venerdì 16 maggio 2014

È tutta questione di tonalità

Penso,  penso un sacco, soprattutto al mattino. Troppo?
E mi viene in mente un bambino che si trova catapultato di botto in un mondo che non gli appartiene. Lo shock è immenso e la reazione istintiva è quella di piangere, piangere per un disagio, un quasi dolore. Non è un buon modo per iniziare una vita, n'è vero? Vieni al mondo e piangi perchè non ci volevi venire! Mi sembra un po' paradossale, se la vita è la cosa più bella che l'uomo può avere. Eppure se non piange è un cattivo segno, lo si prende a schiaffi pur di farlo reagire. Perché se vuoi suscitare una reazione immediata in un essere umano lo devi ferire. Non ho mai visto un neonato reagire ad un abbraccio sorridendo, facendo capire all'ostetrico che stà bene, senza la necessità di prenderlo a manate. Ma le emozioni piacevoli sono dure da raggiungere, fin da quando veniamo a questo mondo. Ci si deve impegnare parecchio per raggiungerle.
Prendiamo un classico esempio: l'orgasmo femminile. Se lui ci riesce in quattro e quattr'otto, allora presentatemelo. Perchè in genere le donne sono esigenti: il loro piacere coinvolge corpo e anima, non è una semplice questione fisica. Fingere per non deludere la propria metà è all'ordine del giorno. Credo di non aver svelato nessuna eclatante verità.
Di contro, inversamente proporzionale alla difficoltà di godere di belle sensazioni, è una certa facilità con la quale siamo soggetti a quelle spiacevoli, così come la loro permanenza nei nostri ricordi. Tra un ricordo bello e un ricordo brutto qual è che ci rimane maggiormente impresso? La risposta è facile: per rievocare una sensazione bella abbiamo bisogno di un segnale forte, qualcosa che ce lo rappresenti, che ce lo evochi. Per far riaffiorare un ricordo brutto, basta un niente, che siamo di nuovo con il morale sotto i piedi.
È la dura legge della vita. Siamo fatti di ricordi belli e di ricordi brutti. Così come il mondo è popolato da persone belle, che ti accompagneranno forse per tutta la vita, forse per un solo tratto, ma sarà stupendo lo stesso; e persone brutte, che anche se indossano una cravatta e un gessato da $3000 sanno bene come prenderti a calci nello stomaco quando sei a terra indifeso.
Insomma una giungla di contrasti. Tuttavia si possono imparare ad apprezzare tante cose sia dalla luna, che dal sole. L'importante è sfruttare le situazioni a proprio vantaggio, trasformarle.
Se ti capita la sfortuna di non beccare la tua tonalità, ad esempio, quella che ti è più comoda, che ti fa' uscire una voce piena, che ti fa' salire l'adrenalina, e ti piace da morire, perché ti senti una dea che ha il PIENO CONTROLLO delle sue azioni, e senti che in quel momento potresti scalare qualsiasi montagna a mani nude, allora devi fare qualcosa per aggirare l'ostacolo, cercare quella nota a metà tra il comodo e lo spinoso. Sai già che l'effetto non sarà paradisiaco per te, ma neanche disastroso. Ci provi, e ci riprovi fino a quando riesci a cavarci qualcosa di buono. E alla fine riesci a partorire un'idea geniale, magari sei riuscita perfino ad emozionarti, quasi a congratularti con te stessa!
A quel punto ti rendi conto finalmente che la vita non è fatta solo di contrasti: che a volte non esiste solo il sole e la luna, ma anche le nuvole e il mare; che altre volte non esiste solo il bianco e il nero, ma anche il grigio; che un bambino urlerà solo per il primo minuto, poi si tranquillizzerà al battito del cuore della sua mamma; che le note musicali sono solo sette, ma che le loro combinazioni non finiranno mai di stupirti. L'importante è solo beccare quelle giuste.

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